Spettacolo
20/23 gennaio 2011 | Feriali ore 21.00, festivo ore 16.00 | Fabbricone
OTELLO
di William Shakespeare
scene Dario Gessati, costumi Gianluca Falaschi
musica Francesco De Melis, luci Pasquale Mari
con Salvatore Caruso, Arturo Cirillo, Michelangelo Dalisi,
Rosario Giglio, Danilo Nigrelli, Monica Piseddu,
Luciano Saltarelli, Sabrina Scuccimarra
regia ARTURO CIRILLO
produzione Teatro Stabile delle Marche/ Teatro Eliseo/ Nuovo Teatro
L'Otello è la tragedia della parola. Tutto nasce da un racconto, quello di Otello a Brabanzio, e poi a Desdemona.
La parola inventa i luoghi, costruisce i sentimenti, determina l'agire dei personaggi.
L'Otello si gioca tra pochi individui che si confrontano ossessivamente tra di loro; il gioco di Iago li trova già tutti pronti, sembra che non aspettavano altro, bastano poche parole e la macchina si mette in moto. La gelosia esiste dal momento che la si nomina, poi come un tarlo, come una frase musicale continuamente ripetuta, non ti abbandona più. La gelosia non si spiega, come la musica.
L'Otello si svolge in un'isola, come La Tempesta, in un luogo limitato geograficamente e mentalmente, un luogo dell'ossessione. L'Otello si svolge su un palcoscenico vuoto, questo luogo lo si chiamerà Venezia, Cipro, sarà una strada, una sala, una stanza da letto. Ma soprattutto sarà una prigione delimitata da due grandi pareti, dove un negro epilettico consumerà la sua strage.
L'Otello è una tragedia satirica, a volte sembra una commedia, a volte la più barbarica delle tragedie, come il Tito Andronico.
A due passi dal baratro si cantano canzoncine.
L'Otello è il maschile davanti al femminile, o viceversa. Due mondi che s'ignorano, due universi su cui congetturare, in mezzo Bianca, la puttana di Cassio, ovvero il travestimento del femminile, la sua messa “in maschera” per rivelarne l'assenza.
L'Otello è un letto, disfatto e spesso deserto. Luogo del tradimento, palcoscenico immaginario, ma non per questo meno reale della gelosia, della brama, dell'atto animale. La storia finisce a letto, ma il letto c'era già, continuamente evocato. Brabanzio è cacciato fuori del letto, Otello lascia Desdemona a letto, il Doge sarà a letto, a officiare un notturno consiglio d'emergenza.
L'Otello è tutto sentimento, covato, malato, irrealizzato; si parla di guerre e battaglie che non avvengono mai e intanto nella mente dei personaggi esplode qualcosa di molto più pericoloso. E' quello che succede quando gli eserciti si fermano, quando gli uomini non combattono più, quando arriva la pace.
Arturo Cirillo