Il sax a cinquant'anni dalla morte di John Coltrane
a cura di Stefano Zenni
L'edizione 2017 di MetJazz parte da una celebrazione: quella dei cinquant'anni dalla morte di John Coltrane, scomparso il 17 luglio 1967 (era nato il 23 settembre 1926). Figura influente in molti campi musicali, Coltrane è stato anche un gigante del sassofono (il tenore, in particolare), strumento nato in Europa, giunto negli Stati Uniti via Messico e, solo grazie al jazz, diventato una voce fondamentale della musica contemporanea. Per questo MetJazz 2017 è al tempo stesso una ricognizione del sassofono e dell'eredità di Coltrane, ma con uno spirito non imitativo né di revival. La rassegna ha chiesto a Francesco Bearzatti di immaginare un suo personale tributo a Coltrane, che in apparenza sembra lontano dal suo mondo ma con cui invece dialoga in modo sotterraneo. È questa la nuova produzione che aprirà l'edizione 2017.
Dunque i sassofonisti. Non nascondiamo l'orgoglio di avere in esclusiva italiana David Murray, riconosciuto da ormai molti anni come il sax tenore più personale e trascinante della scena contemporanea, che dialogherà con il piano di Aki Takase. Il sax di Dan Kinzelman sarà invece protagonista di un doppio set al Fabbricone, sia con il danzatore Daniele Ninarello, sia nel trio Hobby Horse: segno che MetJazz non si ferma alla sola musica ma vuole aprirsi anche alle altre arti performative, come nel concerto/spettacolo di Monica Demuru intorno alle sculture di Lipchitz. Chiuderemo in bellezza con Francesco Cafiso, forse il sassofonista italiano più noto negli USA, con il suo avvolgente progetto sinfonico La Banda, in collaborazione con la Camerata Strumentale Città di Prato.
MetJazz Off si avventurerà in altri territori ancora: con Dimitri Grechi Espinoza, che farà respirare le sue "preghiere" al tenore al Museo del Tessuto; e con Alessandro Galati, unico non sassofonista, a cui proprio per questo abbiamo chiesto una rilettura della musica di Coltrane che aprirà l’intera rassegna e Incroci Jazz, il fine settimana lungo tra Prato e Firenze, con collaborazioni con il Museo del Tessuto, il Pinocchio Jazz di Firenze, la Scuola di Musica Verdi. E, negli appuntamenti successivi, anche con Musicus Concentus di Firenze e il Museo di Palazzo Pretorio. Un respiro inclusivo, ispirato alla forza unificatrice della musica, in cui risiede una delle grandi lezioni di John Coltrane.
Stefano Zenni
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