Spettacolo
23/27 febbraio 2011 | feriali ore 21.00, festivo ore 16.00 | Teatro Metastasio
ASPETTANDO GODOT
di Samuel Beckett
scena Jean-Marc Stehlé e Catherine Rankl
costumi Catherine Rankl
con Ugo Pagliai, Eros Pagni, Gianluca Gobbi, Roberto Serpi, Irene Villa
regia MARCO SCIACCALUGA
produzione Teatro Stabile di Genova
«Non c'è nulla di più comico della tragedia» ha scritto Beckett. E Aspettando Godot è, appunto, una tragicommedia, costruita intorno alla condizione dell'attesa, di cui sono protagonisti due strani esseri umani, che per due atti si ritrovano sotto un albero spoglio in una deserta strada di campagna. Sono lì perché un certo Godot ha dato loro appuntamento. I due (e con loro anche gli spettatori) non sanno neanche esattamente chi sia questo Godot, credono comunque che quando arriverà li porterà a casa sua, darà loro qualcosa di caldo da mangiare e li farà dormire all'asciutto. Gettati ai margini di una società che non conoscono,
in uno spazio insieme astratto e concreto nel quale irrompe a un certo momento un'altra strana coppia (quella formata da Pozzo e Lucky), Estragone e Vladimiro sono due personaggi che sembrano usciti da una comica del cinema muto, abitanti di un universo (molto simile al nostro) dove la fantasia può invadere la scena e prendere il sopravvento sulla morte, facendo trionfare sul palcoscenico un eccentrico mondo interiore, fatto di lazzi, gestualità, non-sense e divertenti paradossi: la vita stessa, insomma.
Samuel Beckett (1906-1989) ha scritto in francese En attendant Godot (da lui stesso poi tradotto in inglese) nella seconda metà degli anni Quaranta, quasi in contemporanea con la trilogia dei suoi più celebri romanzi (Molloy, Malone muore e L'innominabile). Rappresentata per la prima volta a Parigi il 3 gennaio 1953, la commedia è nata e si è diffusa nell'alveo della ricerca e della sperimentazione, ma può oggi finalmente essere messa in scena e vista con lo stesso atteggiamento con cui ci si pone di fronte ai grandi capolavori della drammaturgia di tutti i tempi.
Commenta il regista Marco Sciaccaluga: «Per due atti, Estragone e Vladimiro aspettano invano Godot, ma la grandezza della commedia non sta certo nel fatto che Godot non arriva mai, quanto piuttosto in ciò che accade mentre si aspetta il suo arrivo. E, nell'attesa, succedono moltissime cose: sempre molto concrete. Estragone e Vladimiro sono due personaggi opposti e complementari. Hanno bisogni diversi e sperano sempre di trovare nell'altro un interlocutore credibile. Si amano, ma non si sopportano. Sul piano figurativo, la nostra scelta (grazie anche all'inventiva dello scenografo Jean-Marc Stehlé) è stata quella di dare concretezza fisica alla “strada di campagna, con albero” nella quale i due protagonisti s'incontrano e aspettano Godot. Stehlé si è così ispirato dapprima alla pittura Bruegel il Vecchio, oltre che ai due quadri di Caspar D. Friedrich – tanto amati
da Beckett - con la coppia che guarda la luna, inserendo poi il tutto in una sorta di diorama che evoca una campana di vetro con insetti in un Museo di storia naturale».
«Aspettando Godot – aggiunge il direttore dello Stabile di Genova Carlo Repetti - è un testo che ho lungamente desiderato produrre e che adesso arriva sul palcoscenico diretto da Marco Sciaccaluga anche grazie alla disponibilità di due grandi interpreti del teatro italiano, uno con noi da ben cinquant'anni, vero pilastro di questo Stabile, Eros Pagni, e l'altro Ugo Pagliai, compagno di lavoro di più recente data, artista ricco di talento».
