Spettacolo
11/12 aprile 2014 | ore 21.00 | Fabbrichino
Ad un passo dal cielo (W LA MAFIA)
di e con Aldo Rapè
regia Nicola Vero
produzione PrimaQuinta Teatro
"nella poesia di un lucido idiota
ascoltiamo la voce del silenzio"
(Roma, 2005)
*Segnalazione speciale ‘Vittorio Giavelli’ - Premio Ernesto Calindri VI ed., Milano 2006
*Premio miglior attore e premio speciale della giuria ‘Schegge d'autore 2005’, Roma 2005
*Premio miglior spettacolo, miglior testo, miglior attore, miglior regia, menzione speciale premio scuola, ‘La corte della formica 2005’, Napoli 2005
*Primo Premio Sez. Teatrale ‘Premio letterario osservatorio 2005’, Bari 2005
Uno spettacolo intimo e poetico.
Un inno alla vita ed un grido disperato contro tutte le mafie e le sue più aberranti manifestazioni.
Lo spettacolo, pluripremiato, ha debuttato nel 2004 ottenendo grandi consensi di pubblico e critica.
Dal lontano 2004 sino ad oggi quasi 500 repliche. È stato messo in scena nei teatri, nelle scuole, alla presenza di parenti di vittime di mafia, nelle chiese, nei palazzi divelti dalle bombe, nei quartieri a rischio.
Una storia che fa vibrare l'anima, che regala emozioni forti, che pone dei dubbi, che impone una riflessione profonda a ciascuno di noi, sulla nostra vita, sulle nostre scelte.
Primaquinta Teatro è lieta di presentare queste performance che, per l’immediatezza della messa in scena e la delicatezza del tema trattato, si distingue da numerose pièce teatrali in materia di contrasto alla criminalità.
Per non dimenticare…
“Il silenzio che molto spesso diventa la musica del dopo strage, il silenzio che si abbatte sulle famiglie delle vittime, il silenzio delle istituzioni… Questo silenzio può e deve avere una voce, un grido… poesia che nasce dai cuori degli uomini”
(Aldo Rapè)
Sinossi
La storia di un ragazzo, Calogero, rimasto bambino, dopo aver assistito all'omicidio dei suoi genitori. La favola di un bimbo siciliano e del suo fido compagno Gino, un burattino. Il suo urlo disperato ad un passo dal cielo "W LA MAFIA"
Note d’autore…
Il testo nasce da una piccola frase pronunciata da una buffa signora, incontrata a mare a Catania all’età di sedici anni: "Le esperienze che viviamo da bambini ci segnano per tutta la vita".
La frase mi colpì in modo particolare sia per l’effetto del contenuto, ma anche per il modo e la giornata in cui fu pronunciata. Era il 19 Luglio del 1992. Il giudice Paolo Borsellino insieme ad altri innocenti veniva barbaramente ucciso in via d’Amelio a Palermo.
Un attimo dopo mi voltai e la buffa signora non c’era più.
Ogni tanto ricordo di averne parlato con i miei genitori e puntualmente se ne uscivano sempre con la stessa favola, quella dei buoni e dei cattivi.
Ripensando alla frase, un interrogativo immediato: chissà come si sentono adesso i figli ed i parenti delle vittime? Quali sono i loro sentimenti? Odio? Tristezza?... E se accadesse a me una cosa simile? Sono trascorsi tanti anni e solo adesso provo a scrivere la storia di uno di loro…
per non dimenticare…
Alle vittime della mafia
ed ai loro parenti…
