Nuova Scena Toscana
12 FEBBRAIO 2011 | Ore 21.00 | TEATRO MAGNOLFI
MADONNA BLOOM
liberamente tratto da Ulisse di James Joyce
adattamento, interpretazione e regia Stefania Stefanin
Una voce arriva a qualcuno nel buio... (Samuel Beckett)
Nello spettacolo Madonna Bloom vi è un solo personaggio monologante: Molly, tratto dallo scandaloso e censuratissimo romanzo di Joyce Ulisses edito nel 1922 e pubblicato in Italia solo negli anni 50.
Molly (moderna Penelope, moglie adultera di Leopold Bloom, un contemporaneo Ulisse) è a letto e attende il ritorno del marito nel buio della notte. I temi del suo soliloquio sono tutti riconducibili alla voce della sua carne appassionata: i tanti uomini, il marito ‘Poldy’, l’amante Boylan. Pur passandoli tutti in rassegna è significativo che torni sempre al suo Poldy, l’unico a cui è sentimentalmente legata e al quale rimane a suo modo fedele.
Lo spazio scenico appare oniricamente distorto, aperto alle geometrie del pensiero di Molly e alle associazioni mentali di chi la guarda. Fonte visiva di grande ricchezza è stata per noi il romanzo per immagini Una settimana di bontà di Max Ernst, misconosciuto capolavoro surrealista.
La torre incombente del romanzo joyciano è evocata da un grande armadio che sovrasta un letto-isola immaginaria. Una Itaca che questa volta diventa meta di un viaggio tutto al femminile. Ad occhi semichiusi Molly viaggia nei flutti della mente inconsapevole di occhi indiscreti che gustano nelle sua parole una carica erotica di sorprendente modernità. Il sesso si mescola alla religione, gli amplessi sono atti liturgici, misteri dell’intimità e della soggettività che non si svelano agli uomini, per quanto questi ultimi chiedano di goderne i frutti.
Tutto intorno risuona il mare. Molly si muove senza linearità, è priva di forma come l’acqua, il cui scrosciare ricorda il flusso della dialettica, dello scorrimento della melodia. Melodie evocate anche dal mondo della Lirica da cui proviene il personaggio, una cantante di provincia.
Lo svelamento dei desideri e dei bisogni più nascosti spesso dà origine al comico, sposare il comico al banale, il tragico al quotidiano, è stato il mio obbiettivo nel lavoro di adattamento drammaturgico prima e di attrice poi.
Tra le lenzuola domestiche o davanti a una finestra aperta sulla strada si conferma il vuoto creato dal rifiuto di valori ed eroismi.
Rimane per fortuna “l’Amore”. Ed è d’amore che parla Molly: amore per gli uomini, amore per il suo Poldy, ma soprattutto, si, amore per la vita, SI...
Stefania Stefanin
