Spettacolo

LA CANTATRICE CALVA

di Eugène Ionesco
traduzione Gian Renzo Morteo

regia MASSIMO CASTRI
con la collaborazione di MARCO PLINI

scene e costumi Claudia Calvaresi
progetto luci Roberto Innocenti
musiche Arturo Annecchino
aiuto regista Thea Dellavalle

personaggi e interpreti:

signor Smith, Mauro Malinverno
signora Smith, Valentina Banci
signor Martin, Fabio Mascagni
signora Martin, Elisa Cecilia Langone
Mary, la cameriera, Sara Zanobbio
il capitano dei pompieri, Francesco Borchi

produzione TEATRO METASTASIO STABILE DELLA TOSCANA

 

Prima nazionale

Eugène Ionesco è con Samuel Beckett il rappresentante più famoso di quella corrente teatrale contemporanea definita "teatro dell’assurdo" che porta in scena i nodi esistenziali dell’uomo moderno: incomunicabilità, falsità di rapporti, routine, difficoltà a dare un senso all’esistenza.
Nel 1950 mette in scena La cantatrice calva, una commedia in cui Ionesco si presenta come autore d’avanguardia, deciso a voltare le spalle al teatro canonico e sfuggire al realismo e alla psicologia.
I protagonisti sono due anonime coppie inglesi - gli Smith e i Martin - rappresentati come gli archetipi della borghesia; parlano ma non comunicano, limitandosi a uno scambio di frasi banali e convenzionali, non pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni, né le comunicano agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza psicologica. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla.
È interessante seguire la genesi di questo lavoro. Ionesco aveva deciso di imparare l’inglese; leggendo un manuale di conversazione rimase colpito dall’involontaria comicità dei dialoghi, rendendosi conto di avere davanti un testo quasi pronto, facilmente adattabile in chiave umoristica. La bizzarria del titolo suggerisce chissà quali significati simbolici; niente di tutto questo, fu solo il risultato del lapsus di un attore durante le prove.
L’enigmatica cantatrice calva che ha dato il titolo all’opera, disperatamente assente, costituisce una manifestazione supplementare dell’incoerenza; non facendo mai apparire la cantatrice calva, Ionesco parodia una tecnica destinata a creare il mistero attorno ad un personaggio che svolge tuttavia un ruolo importante nell’azione, anche se non svolge alcun ruolo.
Dopo il premio UBU 2010 come miglior spettacolo dell'anno ricevuto per Finale di Partita di Samuel Beckett, Massimo Castri affronta per la prima volta un altro maestro del ‘900 come Eugène Ionesco.

 

DEBUTTO: 26 ottobre 2011, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Prato
Al Metastasio fino al 30 ottobre