Spettacolo
26 e 27 maggio 2012 | ore 21.00 | Fabbricone
PROGETTO DI UN COLLETTIVO SU CECHOV
laboratorio per le scuole medie superiori della Provincia di Prato
realizzato con la collaborazione di Paolo Magelli e della Compagnia Stabile del Teatro Metastasio
luci Roberto Innocenti
assistente al progetto Giulia Barni
musiche per la gentile concessione di Alexander Balanescu e Arturo Annecchino
con la partecipazione degli studenti delle scuole Liceo Convitto Cicognini, Liceo Scientifico Copernico, Istituto d'Arte Montemurlo/Liceo Livi e Liceo Pedagocico Rodari
un progetto Assessorato all'Istruzione Provincia di Prato e Teatro Metastasio Stabile della Toscana
Facciamo davvero tutto il necessario per i giovani? Da questa domanda sono partito. Offriamo e produciamo spettacoli, ma questo è normale per un teatro, come impastare il pane per un fornaio la notte, direi; ed è proprio questa immagine del fornaio che impasta che ci ha dato una risposta, e la risposta è “Come si impasta il pane?”.
Ecco che da qui ci siamo legati a due esperienze che ho fatto anni fa, una al Théâtre de L’Est Parisien (oggi Théâtre de la Colline) a Parigi, e l’altra al Rajatabla a Caracas, quando in quei teatri decisi di “insegnare” a due platee diverse e distanti, ma che raccoglievano nell’insieme più di ottocento persone, come si “impasta uno spettacolo”.
Son passati tanti anni e ho incontrato una persona meravigliosa che si chiama Marco Martinelli, regista e anima del Teatro delle Albe, e lui mi disse in quell’incontro: “Ma lo sai che a Ravenna questa cosa la chiamiamo la NON-scuola? Lo sai che dopo venti anni, se calcolo bene, sono più di ventimila i giovani di Ravenna, che oggi sono padri di famiglia, che sono passati da questa NON-scuola? E che grazie a questa attività posso affermare con fierezza che la città è profondamente cambiata?”
Le idee circolano per il mondo come i virus, solo che non mutano, rimangono le stesse perché le nostre necessità rimangono sempre uguali.
È da lì che mi son detto: se l’ho fatto a Parigi e l’ho fatto a Caracas, e lo fa Martinelli a Ravenna, perché non devo farlo a Prato?
Diffondere il teatro anche senza volere inventare attori o tecnici deve essere l’altra attività, l’altra faccia della scuola.
Ed è per questo che abbiamo deciso, in occasione della realizzazione de Il giardino dei ciliegi di Cechov, di offrire alla scuola pratese tredici insegnanti: i dodici attori della compagnia, sei di Prato e sei di Cagliari, più il sottoscritto, regista dello spettacolo.
Questa è la strada che abbiamo provato a intraprendere con “Progetto di un collettivo su Cechov”, in collaborazione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione della Provincia di Prato. Colgo l'occasione per ringraziare l'Assessore e Vice Presidente della Provincia Ambra Giorgi.
Si è formata così una catena di comunicazione e informazione fra teatro, docenti e ragazzi, che ha creato questo esperimento di laboratorio: dodici gruppi di studenti che inizialmente hanno lavorato con i singoli attori su un personaggio.
Ma il mio ringraziamento va soprattutto allo sforzo della Compagnia stabile del Teatro Metastasio, che si è accollata insieme al personale di palcoscenico e agli uffici il peso maggiore di questa iniziativa.
Sono loro che con il proprio lavoro e la propria conoscenza hanno costruito passo per passo lo spettacolo, e spero vivamente che grazie a loro i ragazzi abbiano imparato ad “impastare il pane”.
Paolo Magelli
_________________________________________
Ingresso gratuito
Per informazioni e prenotazioni:
Claudio Casale: claudio.casale@metastasio.it
tel. 0574/608509
Giulia Barni: giulia.barni@metastasio.it
tel. 0574/608506
