Il Magnolfi Nuovo

Il convento, voluto verso la fine del secolo XVII dai Carmelitani della Etruria, fu ultimato nel 1777 ma fu soppresso poco dopo, nel 1786.

Nel 1838 Gaetano Magnolfi chiese ed ottenne dal Vescovo di Pistoia e Prato il convento della Pietà, per dare ospitalità a ragazzi orfani e bisognosi.

La consegna dell'ex convento dei Carmelitani Scalzi a Magnolfi, comportò un progetto generale di ampliamento che portò negli anni successivi la costruzione degli alloggi per gli insegnanti, di un piano dell'ex convento per la costruzione di nuove camerette allievi.

Per rafforzarne le rendite e le basi finanziarie, poiché i sussidi e le offerte erano insufficienti, il Magnolfi acquistò prima la cartiera della Briglia dai fratelli Hall, e poi si rivolse addirittura alla Casa Reale che “autorizzò il Magnolfi a prendere dalle foreste Reali il legname occorrente e dalla Regia Magona il ferro necessario”.

Gli artigiani venivano da più parti a praticare il loro mestiere nell'istituto; essi avevano delle vere e proprie botteghe e svolgevano la loro attività regolarmente, con clienti esterni. Dovevano tenere però come apprendisti gli orfani i quali ne ricevevano, oltre all'insegnamento, anche un salario.

Nel 1844 il Magnolfi acquistò la tipografia Giachetti, famosa in tutta Italia ed all'estero e la fece trasferire all'interno dell'Istituto per poterne continuare l'attività e per aver anche questo nuovo tipo di scuola-officina da aggiungere alle altre. Il fine a cui egli tendeva, era quello di trovare un'attività o una rendita che assicurassero una piena autonomia all'istituto.

Nel 1845, grazie all'accordo con la Società Anonima per la costruzione della strada ferrata Maria Antonia tra Firenze e Pistoia, nell'Istituto vennero allestiti i laboratori e le officine per la costruzione ed il mantenimento del materiale rotabile della carrozze occorrenti alla ferrovia.

Al momento della morte di Gaetano Magnolfi (1867), l'Orfanotrofio aveva ormai raggiunto una sua autonomia finanziaria e per la sua conduzione occorrevano solamente buoni amministratori. Al Magnolfi successe Gaetano Guasti che continuò l'opera di ampliamento delle strutture con la costruzione del teatro (1871) e di nuove aule su via Gobetti.

L'Istituto, che ospitava circa 90 ragazzi provenienti da famiglie disagiate oppure orfani (età minima sei anni, la massima 18 anni), continuò a operare fino al 1978, anno in cui cessò la sua attività.
Durante il Laboratorio Teatrale di Luca Ronconi tenutosi a Prato dal 1975 al 1977 il Magnolfi fu sede della preparazione del lavoro su il Calderon di Pasolini e della messa in scena delle Baccanti di Euripide.

Dopo il Laboratorio Ronconi, l'Istituto Magnolfi venne abbandonato a se stesso.

Alla fine degli anni ottanta si comincia a parlare di "mettere mano" al Magnolfi per trasformarlo in un punto culturale della città.
Il Magnolfi Nuovo è ora un Centro Culturale nato, in origine, da un progetto dell'Assessorato alla Cultura delComune di Prato in collaborazione con l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "S. D'amico" di Roma e la Fondazione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, con l'obiettivo di dar vita ad un luogo di ricerca, formazione e produzione nell'ambito musicale, teatrale e delle arti sceniche in genere.

Il Magnolfi Nuovo dispone di un Teatro che accoglie la programmazione dell'Assessorato alla Cultura e che viene messo a disposizione, come spazio, per la realizzazione di eventi.

La sala teatrale, integrata alla scena, può accogliere fino a 98 spettatori.